Analogica: Museo Egizio e un po’ di Torino
Dopo mesi a pontificare il nulla, di punto in bianco ho deciso di andare a Torino, obiettivo: il Museo Egizio.
Sì, sono un po’ fissata con la cultura egizia e poi l’ultima (nonché prima) volta in cui ci sono stata ero in quarta elementare… il millennio scorso praticamente. E che io ricordi, non ho foto della gita; all’epoca la questione fotografia era un po’ più complessa che ora, praticamente erano vietate ovunque. Punto.
Dopo una breve ricerca scopro che i tempi sono cambiati, almeno in quel di Torino: le foto sono consentite senza limiti (senza flash).
Situazione: museo, cose vecchie di 4000 anni, faretti… Bessa R sicuramente, leggera, silenziosa, poco ingombrante. Bianco e nero ovviamente. Grana? Grana. Ilford Delta 3200.

Vuoi non prendere un tè tra un rullino e l’altro?
Allora, Museo Egizio davvero molto interessante (non che avessi dubbi a riguardo), finalmente ho rivisto da “grande” mummie, cimeli ed il Libro dei Morti. Per girare il museo con calma, con tanto di audioguida (che freezava spesso…) e fermi vari per le foto, ci sono volute circa 4h.
Io che mi lamento tanto che l’attrezzatura fotografica pesa e che giro con treppiede fighettino in carbonio, all’inizio del giro mi sono ritrovata subito questa davanti, giusto per ricordarmi cos’era la fotografia:
Questa era la macchina utilizzata durante le missioni archeologiche in Egitto condotte da Ernesto Schiaparelli tra il 1903 ed il 1920. Purtroppo il vetro della teca ed i faretti hanno influito un po’ sulla foto finale, ma la scelta della pellicola la trovo assolutamente azzeccata.
Altro pezzo che mi ha trattenuta almeno una ventina di minuti e’ stato ovviamente il Libro dei Morti:
La psicostasia è il momento della pesatura del cuore (o dell’anima): Anubi pone sul piatto una piuma che rappresenta Maat, la dea della giustizia e della verità. Il cuore doveva pesare esattamente come la piuma; in caso contrario sarebbe stato dato in pasto ad Ammit, il mostro divoratore di anime impedendo così al defunto di raggiungere l’Aldilà. Adoro la religione egizia, ed io sono atea.
Fare le foto non è stato un problema, anzi, la Bessa R prende le misurazioni sulla media ponderata centrale dunque la luce direzionale dei faretti mi ha solo dato una mano ad avere tutti i soggetti esposti correttamente. Ho esposto a 1600 ISO che sarebbe poi la sensibilità nominale della Delta 3200. Visto che parte delle foto sarebbe stata fatta in esterni, per quanto nuvoloso, 3200 ISO di giorno sarebbero stati troppi, secondo me.
Dopo il museo non potevo non andare al MiaGola Caffè, praticamente lì dietro. Assolutamente diverso dal Crazy Cat Cafè di Milano: al MiaGola si entra tranquillamente, zero fila, zero prenotazioni, cibo vegetariano/vegano ed i gatti sono proprio ruspantissimi, uno si è letteralmente tuffato sul mio tavolino derapando con maestria e senza sfiorare un piatto.
Considerata la mia disorganizzazione totale, dopo il pranzo ho optato per il girare totalmente a caso in zona.
Il mio marciume-radar è stato triggerato da un edificio recintato e apparentemente abbandonato che ho scoperto essere la Cavallerizza Reale, parte appunto del Palazzo Reale. Non ho ben capito se sia un centro sociale o meno… pare. In ogni caso, visto che la Cavallerizza è per tutti, vuoi non entrare a far foto?
Proseguendo sulla sinistra del cortile c’è un cancello, come posso dire, aperto di forza dal quale si accede ad una parte dei Giardini Reali non aperta al pubblico. Non è trascuratissima, anzi, non c’è pattume o altre cose strane; solo eroinomani, clochard, spacciatori, qualcuno che porta il cane a correre… ed io.
Torino mi è piaciuta davvero tantissimo, urge un ritorno organizzato per sapere cosa andare a vedere, tipo Villa Scott (la casa di Profondo Rosso)che sapevo già che era a Torino ma la mia disorganizzazione e la pioggia mi hanno proprio fatto passare di mente la cosa.
La Delta 3200 è una pellicola che ritengo difficile; ho visto risultati ottenuti da altre persone e vale la pena di studiarsela ancora. A 1600 ISO non ha fatto la grana che mi sarei aspettata, forse ho anche sbagliato io le esposizioni. L’ultima volta che ho usato una Delta 3200 è stato 4 anni fa e l’avevo cacciata in una La Sardina, ed aveva sgranato un sacco (stupenda).
Ah, piccolo dramma… MALEDETTI SQUEEGEE. Nonostante all’inizio pensassi fossero davvero una genialata per “strizzare” l’acqua dalla pellicola, beh, asciugare asciugano. Ma graffiano. GRAFFIANO TANTO. All’inizio pensavo fossero peli di micio ad inquinarmi le scansioni ma quando ho controllato i negativi mi sono infartata nel vederli rovinati. NEVER AGAIN.
Qui gli album del Museo Egizio e dei due passi per Torino.


