Pellicole cine: Kodak Vision2 500T
Nei mesi scorsi, un fotografo conosciuto grazie al Salottino (yay!) mi ha regalato un’abbondante manciata di pellicole che io non solo non ho mai provato, ma di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza (tipo la Tasma) e tra queste c’erano alcuni rullini di Kodak Vision2 in varie emulsioni.
Tra vacanze ed infortunio ho avuto modo di testare solo una di queste pellicole, la Kodak Vision2 500T, affidata alla F5 e portata a spasso una sera di agosto a Milano.
Qualche info sulla pellicola
La Kodak Vision2 500T è una pellicola ad uso cinematografico ottimizzata per la post-produzione digitale prodotta in vari formati: 35mm, 16mm, 65mm e Super 8.
La pellicola è bilanciata per l’utilizzo di luci al tungsteno a 3200K con una tolleranza di +/- 150K senza l’utilizzo di filtri aggiuntivi. Per utilizzarla in diurna invece va usato un filtro Wratten No. 85 e l’EI si abbassa a 320.
Queste pellicole richiedono un processo di sviluppo in ECN-2, una versione un po’ più “complessa” del C-41. Le differenze principali sono che nell’ECN-2 sono disponibili 4 tipi diversi di bleach e un passaggio extra per rimuovere lo strato Rem-Jet. A parte queste due cosine, la Vision2 è una normalissima CN dunque nessun problema se si vuole sviluppare a casa!
Risultati
Avendo già visto foto scattate su questa pellicola avevo grandissime aspettative ma ho fatto due errori:
- affidarmi all’esposimetro della F5; il risultato è stato un rullino particolarmente sottoesposto. Le lunghe esposizioni fatte da me, invece, sono venute discretamente;
- non rimuovere correttamente lo strato Rem-Jet.
Di un rullino da 36, tra doppioni e cose improbabili, ho salvato 5-6 foto giusto per non sentirmi troppo male ma alcune rimangono comunque decisamente sbagliate.
Visto che era da un bel po’ che volevo andarci a far foto, sono passata a CityLife dove ci sono le torri Allianz e Generali e dove speravo di trovare la simmetria… sì figuriamoci. Sembra tutto simmetrico, poi ti vai a posizionare nel punto giusto per fare una cosa simmetrica e *poff* c’è un lampione che ti spara in faccia o un palo o un traliccio. Mi è solo salita l’angoscia.
In più, a differenza di quanto ricordassi, i grattacieli col cavolo che sono illuminati! Saranno diventati green quando hanno saputo che dovevo andarci io a far foto! Ed idem tutta la zona del Bosco Verticale e compagnia cantante!
Sproloqui a parte, ho comunque portato a casa uno scatto di cui sono particolarmente soddisfatta. Non è nulla di eccezionale in sé, ma questo è chiaramente uno di quei casi dove si vede proprio che usare una determinata pellicola fa realmente la differenza, con una CN non tungsten potevo anche sognarmi quel blu!
Lo sviluppo invece mi ha fatta sudare un pochino per la storia del Rem-Jet.
Causa ignoranza chimica diffusa sul web, qualcuno ha pensato bene che baking soda fosse l’equivalente di sodium carbonate. NON LO È!
Con il maledettissimo bicarbonato di sodio che si usa anche per cucinare è un pasticcio levare quello strato. Io ero convinta di averlo rimosso per bene dopo 4-5 bagni e l’acqua risultava trasparente ed invece no; quando sono andata ad appendere la pellicola ho notato che mi stavo macchiando tutti i guantini in cotone di una cosa nera e che il negativo aveva una pessima cera fanghigliosa (non esiste questa parola ma esprime il concetto ed il disagio, nda). Ho dovuto risciacquare con estrema calma e delicatezza per rimuovere il Rem-Jet ma il fatto che fosse parzialmente rimasto temo che abbia inficiato un po’ lo sviluppo.
Detto cio, ne ho altre in frigo con altre sensibilità ed altri bilanciamenti dunque sono pronta a ritestare il tutto facendo meglio!
Per la cronaca, la Kodak Vision è quella usata da CineStill che rimuove lo strato Rem-Jet prima di bobinare le pellicole. La differenza di prezzo non è comunque indifferente: chi mi ha regalato le pellicole le vende a circa 3 euro a rullino (36 exp.) contro gli oltre 8 euro di CineStill. Uno valuta se vuole farsi il passaggio extra del Rem-Jet che, salvo indicazioni errate (grr), è fattibilissimo anche in casa.


