Meet the ladies: Ferrania Falco S
Mi ci è voluto oltre un anno per riuscire a trovare questa macchina, ma non questo modello specifico, una Ferrania Falco qualunque. Perché proprio una Falco? Perché è stata l’unico modello a soffietto prodotto dalla Ferrania e visto che la mia Kodak Brownie Autograph è un bel soprammobile, ci tenevo ad avere una soffietto funzionante. E poi è un dovere morale avere una Ferrania visto che ha fatto parte della storia della fotografia in Italia.
La Falco S è una versione migliorata delle precedenti Falco, prodotta dal 1950 al 1960 circa e dedicata ad un pubblico di fotoamatori più avanzati ed aveva caratteristiche interessanti:
- Formato 6×9 (8 foto su un 120)
- Obiettivo Galileo Terog 105mm f/4.5 (prodotto tramite una collaborazione con le rinomate Officine Galileo di Firenze)
- Messa a fuoco da 1.5mt ad infinito
- Prontor-S leaf shutter da 1s a 1/250, posa B, self-timer
- Sincro flash
- Blocco contro le doppie esposizioni

Appena mi è arrivata ho controllato subito che diaframma e tempi di scatto funzionassero a dovere. Ahimè, piccola triste sopresa, l’1/25 suonava più come un 1 e pazienza, la manderò a revisionare, ma per il resto perfetta. Tolta un po’ di polvere e pulito bene le lenti, ho agguantato un rullino di Rollei RPX 400 e sono uscita.
In quel periodo, i primi di novembre, ero ancora semi-bloccata dal maledetto tutore dunque mi sono dovuta accontentare di fare due foto dietro casa. Ormai erano 2 mesi che non scattavo niente e qualunque cosa mi sarebbe andata bene pur di fare qualche foto. Ovviamente, secondo l’esposimetro, tutte le foto avrebbero dovuto essere scattate a 1/25 dunque ho dovuto o ri-arrangiare le aperture o sottoesporre (di pochissimo) per evitare quel tempo di scatto.
C’è anche da dire che le pellicole Rollei si scansionano che è un piacere dunque fare due aggiustatine sulle curve, quando era il caso, è stato indolore.
Usare una Falco (o una soffietto in generale) è un po’… scomodo. Di certo non ci sono abituata, anche solo portarla agli occhi per guardare nel mirino mi sembrava in qualche modo “innaturale”, forse perché la Brownie aveva un altro tipo di mirino e potevo inquadrare tenendola quasi come la Rolleiflex. In realtà quel mirino era disponibile come accessorio aggiuntivo da agganciare alla macchina ma mi sa che è una di quelle cose che ormai è puramente leggenda.
La macchina, a parte l’essere assolutamente anti-ergonomica, sembra molto solida… anche se, dopo 70 anni, avevo il terrore che mi si staccasse qualcosa all’improvviso, come la maniglina, finendo per spalmare per terra la mia bella Falco. Anche qui la messa a fuoco è a stima.
Ho sottovalutato però la questione focale/apertura che su un 105mm fa la differenza.
Per compensare la scarsa luminosità, ho scattato spesso ad f/4.5, che è l’apertura massima, ed infatti nella foto sopra dove avevo il fuoco su infinito, si vedono le prime colonne sfocate.
Da avere? Non so, il 6×9 non mi entusiasma particolarmente come formato e visto che io le macchine le prendo per usarle on the road, questa forse non è la scelta migliore, o per lo meno mi richiede un po’ più di “scioltezza”.
