Meet the ladies: Rollei 35 e 35 S
Da oggi inauguro il nuovo filone Meet the ladies, dedicato alle macchine che ho usato, visto che mi sono ripromessa di ri-testarle tutte con un minimo di cognizione. Con gli anni ho accumulato tantissima roba che ho usato mezza volta e male e che è diventata soprammobile. Uno spreco terribile.
Oggi le protagoniste sono le Rollei 35, versione Tessar e Sonnar, acquistate anni fa (mi pare nel 2012) quando mi stavo avvicinando alla fotografia analogica, per poche decine di euro.
La Rollei 35 fu presentata al pubblico al Photokina del 1966 e rimase in produzione fino a fine anni ’80. Grande poco più di un pacchetto di sigarette, è stata per qualche tempo la più piccola 35mm al mondo.
La produzione è rimasta in Germania fino agli anni ’70 dopodiché Rollei ha aperto un proprio stabilimento a Singapore. La mia Rollei 35 cromata è della prima serie made in Germany mentre la S è made in Singapore. A dispetto di quanto si creda non c’è alcuna differenza tra le due versioni. La produzione non è mai stata affidata a terzi e Rollei ne garantiva la qualità.
L’unica differenza tra la 35 e la 35 S sono le lenti: la prima usa un obiettivo Tessar f/3.5 mentre la seconda usa un più luminoso Sonnar f/2.8. Per il resto:
- Rollei Compur leafshutter da 1/2 a 1/500, posa B
- Apertura fino ad f/22
- Esposimetro Gossen CdS
- ASA 25-1600

La prima acquistata è stata la 35 che ricordo di aver provato con una pellicola a colori, molto probabilmente una Lomography CN 400, ma non ho idea di dove possano essere i negativi. L’esperienza era stata estremamente deludente… ma per colpa mia.
Prima di tutto la messa a fuoco è a stima, il mirino è di tipo galileiano e l’esposimetro CdS richiede batterie al mercurio PX625 da 1.35 volt che sono fuori produzione. Inoltre, nonostante la dimensione molto ridotta, la Rollei 35 è un bel mattonicino visto che pesa circa 350 grammi! Dunque, da neofita, mi sono ritrovata ad andare a casaccio su tutto con risultati al limite dell’osceno… ovviamente.
A parte queste cose, la Rollei 35 è davvero “particolare” per quanto riguarda i comandi: diaframma, tempo di scatto ed ASA si regolano con i dischetti sul davanti della macchina e sulla parte superiore ci sono solo il pulsante di scatto e quello per lo sblocco delle lenti. Il contapose, la leva di trascinamento e la slitta per il flash sono nella parte inferiore! Un design senza dubbio originale.
Dopo il primo tragico rullino, la piccola Rollei è stata parcheggiata su una mensola per anni, anni in cui è stata raggiunta dalla 35 S, presa as-is su eBay e mai testata, giusto come articolo da collezione… fino ad oggi.
6 anni dopo, armata di una Ilford XP2 400 Super, di un esposimetro e della consapevolezza che un mio braccio è 67 centimetri e posso usarlo for scale, ho acchiappato la 35 S e sono uscita a far due passi.
Diciamo che stavolta è andata molto meglio, nonostante abbia fatto le foto in tardo pomeriggio d’inverno.
Lo sfocato mi piace molto ed azzeccare la distanza non è stato difficile, anche perché negli scorsi mesi ho trafficato un po’ con le mie LC-A che, in fatto di distanza, vanno anche loro “a sentimento”.
Il Sonnar mi sembra anche più nitido del Tessar, è proprio sharp, forse complice anche la pellicola che ha una grana fine e pare ben contrastata. Sicuramente dovrò riprovare con una pellicola colore, magari una Lomography CN 400, per capire se effettivamente sono le lenti o la pellicola… o una combo delle due.
Sembra meglio anche la questione dei flare; ricordo bene che con le Tessar, su diversi fotogrammi (i pochi decenti) avevo degli halo un po’ fastidiosi.
Portarla in giro è stato abbastanza comodo. Considerando cosa mi porto in giro oggi, 350 grammi non sono assolutamente un problema, è come non averla, e ci sta perfettamente in tasca. La cosa un po’ fastidiosa è il fatto che, per riporla, va collassato ogni volta l’obiettivo e questo particolare mi mette un po’ di (spero immotivata) ansia. Mi sembra di stressare inutilmente la meccanica, ma se l’han fatta così suppongo ci avranno ben pensato!
Ultime cose non indifferenti: è sneaky ed estremamente silenziosa… ed i gattini si fanno fotografare senza essere terrorizzati da un barile nero enorme che li fissa e dal suono di un catafalco che rotola giù da un dirupo… tipo con la FM2: meravigliosa ma, porca miseria, ogni volta che lo specchio si muove…
Macchina da avere? Assolutamente sì, compatta, solida e totalmente meccanica. Mai fidarsi della roba vintage elettronica che non si riesce a riparare poi…