Il 105mm è tornato
Ho acquistato il mio primo Nikkor 105mm nel 2012 quando appena avevo iniziato ad interessarmi di fotografia e volevo fare macro a qualsiasi cosa. L’ho venduto nel 2016 con una tonnellata di polvere sopra. Scatti fatti in quattro anni? Tipo 30, massimo 40.
La focale lunga (molto!), le dimensioni ed il peso piuttosto importanti mi hanno sempre scoraggiata dall’usarlo sulla D90, figuriamoci sulla D810!
Qualche mese fa l’ho ricomprato, in una salsa un po’ diversa. All’epoca del primo acquisto non me ne intendevo moltissimo e non capivo bene cosa mi servisse realmente ma questa volta è stato diverso. Con la “scusa” dell’analogico mi serviva una lente D (e non le handicappate G) da riuscire ad usare anche sulla FM2, ma che andasse bene anche sulla D810 o la F5. La scelta era una sola: Nikon 105mm f/2.8 D Micro Nikkor, più leggero e più compatto della versione G con VR.
L’ho preso lo scorso inverno e, per ora, testato al volo sulla D810 e sono rimasta molto contenta, in generale.
A Santo Stefano avevo programmato una mini gita urbex a Lanzo d’Intelvi, a Villa Violet, visita fallita perché all’ingresso c’era una telecamera. Non ho capito se fosse dummy o meno e mi era salito il sospetto che ci potesse essere anche qualche allarme perimetrale (i cartelli dei lavori sembravano recenti); col senno di poi, avrei dovuto entrarci e basta visto che volevo far due foto all’edificio da fuori…
Comunque… era inverno, cose a cui fare macro in mezzo ad una montagna secca ce n’erano ben poche ma si è rivelato un’ottima scelta per fotografare il paesaggio perché con il 16-28 non ho tirato fuori mezzo scatto guardabile.
Ci devo un po’ riprendere la mano; con una focale così lunga, l’apertura corretta è fondamentale.
L’unica vera pecca di quella lente è che ha un AF estremamente chiassoso e lento. Di solito focheggio manualmente, a prescindere, ma chiaramente in questa occasione volevo testare la lente, per essere certa che funzionasse, e funziona, ma sembrava che avessi in mano un Black & Decker invece che una macchina fotografica.
A quanto pare però sono riuscita ad incuriosire qualcuno con la mia Nikon-avvitatore…
A parte che pensava avessi del cibo… me la sono ritrovata a tre centimetri dalla lente e non ho potuto non scattare.
Non ho avuto tempo di aggiustare il diaframma (stavo scattando a f/3.5 per compensare la mancanza di luce senza alzare troppo gli ISO) e purtroppo il faccino della volpe è sfocato. Ah, quelli del posto la volpe l’hanno chiamata Vanessa.
Cosa resta da fare con questo 105mm? Ho un paio di idee:
- testarlo su pellicola;
- testarlo con per IR (questione hot-spot).



