Meet the ladies: Olympus XA
TL;DR: un uovo col telemetro
La Olympus XA è stata reclutata mentre, durante i miei tre mesi a casa post-frattura, cercavo una compatta “da viaggio” dopo il diludendo Mju II e LC-A+. Sul gruppo di fotografia analogica che seguo iniziavano a comparire diversi scatti fatti con questa macchina ed ho iniziato ad informarmi perché la qualità delle immagini era ottima.
Ho trovato un’inserzione su eBay per una XA + flash a 70 euro, spedizione inclusa (ottobre 2018). Non so se fosse un prezzo onesto ma di sicuro era quella che costava meno ed era in eccellenti condizioni. Altre inserzioni proponevano la stessa macchina senza flash ed in condizioni dubbie (addirittura non testate) al doppio del prezzo.

La Olympus XA è un confetto di macchina, esteticamente la trovo davvero carina (voglio dire, la LC-A ha la forma di un panzer, dai), ed è una piuma.
Il modello che ho scelto è l’XA, prodotto dal 1979 al 1985, che è anche la prima serie. L’ho scelta per le lenti luminose e per il telemetro, cose che sulle versioni successive non ci sono: le lenti nelle versioni successive sono un f/3.5 e usano la messa a fuoco zonale anche se, punto a loro favore, riescono a lavorare ad una distanza minima di 0.3m invece che lo 0.9m della XA… pazienza.
La XA offre caratteristiche difficili da infilare su una compatta, per l’epoca:
- lenti f-Zuiko 35mm
- apertura da f/2.8 a f/22
- otturatore a foglia con velocità di scatto da 10s a 1/500s (aperture priority)
- telemetro, 0.9m – ∞
- esposimetro CdS (solfuro di cadmio) alimentato con pile LR/SR44
- possibilità di +1.5EV per compensazione controluce
- self-timer di 12 secondi
- ISO 25-800
Altre info molto tecniche e dettagliate sulla XA si possono trovare qui, in un articolo di Fotografia Reflex del 1982.
Appena ho avuto modo di camminare un po’ sono “corsa” a testarla, ovviamente in condizioni pessime: abbinata ad una Delta 400 (che ho anche strappato, prima volta nella vita che mi succede, ma questa è un’altra storia) sono andata ad una mostra fotografica dedicata all’ex manicomio di Como, a Como per l’appunto. Dunque questa povera XA si è ritrovata a scattare al chiuso, con luci soffuse, in un buissimo pomeriggio di novembre. Ottimo modo per testare le cose.
Primo impatto: la macchina è fantastica. Comodissima da tenere in mano, gia immaginavo scatti felini in giro. Come no. Stampelle a parte… il telemetro. Non sono molto abituata ad usarlo e per ogni foto erano secondi interminabili di messa a fuoco, di wtf, di “cavolo mi sono mossa”. Spesso non trovavo la piccola ghiera per la messa a fuoco ed almeno un paio di volte ho sditazzato barbaramente la lente.
Momento dello scatto: …ma ha scattato? Non ho sentito nulla. Ma… siamo sicuri? Provo a ri-premere, non sento nulla. Bo. Trascino, la pellicola avanza, ho scattato allora, ma che strano, questo pulsante, vediamo meglio… CLICK. Scatto al mio triplo mento perplesso. Fantastico.
Il pulsante di scatto ha una corsa cortissima (qualcosa come 1/4mm), praticamente se ci si soffia sopra, scatta; è impercettibile ed è un attimo sfiorarlo per sbaglio e perdere uno scatto. Pensavo di essermi beccata la XA sòla ma ho scoperto che no, è proprio una feature.
Le lenti f/2.8 sono state particolarmente utili in questa situazione e, luminosità a parte, sono estremamente nitide anche se vignettano un po’. Non penso questa cosa mi dispiaccia particolarmente anche perché mi sembra che tenda a farlo in condizioni di scarsa luminosità.
La Delta 400 ha sgranato un pochino ed in questo momento non riesco a ricordare il rivelatore utilizzato, credo il solito Rodinal.
L’ho portata a spasso nuovamente in dicembre, quando finalmente mi hanno liberata dalle stampelle e dal tutore e ne ho approfittato per fare due foto a vari edifici abbandonati in giro per il paesello, stavolta con una Lomography Berlin Kino 400 (di cui magari parlerò in separata sede).
Non ha deluso le aspettative, ed in condizioni di luce migliori si nota meglio la qualità delle lenti.
La vignettatura si vede molto meno, secondo me, quando c’è molta luce diffusa.
Sono rimasta piacevolmente sorpresa anche dagli scatti in notturna, a mano libera, ovviamente tutti a f/2.8. L’esposimetro CdS di 40 anni fa si comporta ancora egregiamente!
In questo esatto istante la XA sta impressionando una Portra 160… chissà come si comporta con il colore!



