Ars-Imago Monobath
Ad inizio 2017 ho finanziato su Kickstarter il progetto di Ars-Imago per la Lab-Box. A luglio 2019 ho finalmente ricevuto il tutto e, a quanto pare, avevo scelto di ricevere anche qualche pellicola Imago 320 (2x 135, 2x 120) ed il Monobath, tutto prodotto dalla Ars-Imago. Davvero, non avevo memoria di questi extra oltre alla box.
Ho testato box e developer, le pellicole sono state surgelate per ora. Inutile dire che, da quando ho ordinato la Lab-Box a luglio 2019 ne sono successe parecchie di cose, come per esempio il fatto che mi sia presa tutto il necessario da camera oscura (sviluppo, non stampa), changing bag e passa la paura. Ma visto che ho pagato questa Lab-Box… usiamola.
Sulla Lab-Box non so nemmeno se scriverci su un post (anche perché non ho avuto la forza di fare le foto al disastro) o glissare sul fallimento colossale del test. Sul Monobath invece posso dire due cose visto che almeno quello ha funzionato.
Il Monobath è uno chimico per le pellicole bianco e nero che sviluppa e fissa contemporaneamente in di 8 minuti per qualsiasi pellicola. Va utilizzato entro due mesi ed è possibile sviluppare fino a 15 pellicole. Il contrasto che restituisce è medio-alto (più alto che medio, secondo me) e si può utilizzare su qualsiasi pellicola bianco e nero, ad esclusione delle T-grain (tabular grain) come le T-Max e le Delta.
Convintissima di aver caricato una FP4 perché ricordavo il packaging azzurro, ho sviluppato e mi sono ritrovata a leggere sgomenta “Delta 100” sul bordo pellicola. Fortunatamente non era un rullo importante; lo sviluppo è venuto benone considerando che avevo provato a svilupparlo nella Lab-Box che mi ha accartocciato la pellicola come fosse una Viennetta e ho dovuto srotolare tutto nella changing bag.
Come da istruzioni, vietato svilupparci le T-grain… perché fanno una grana GIGANTE. Sono inscansionabili e, suppongo, instampabili.
È andata invece meglio con una Fomapan 100, anche se trovo il contrasto eccessivo per i miei gusti, e vedo della grana che non mi aspetto da una 100 ISO. Non so se sia una caratteristica della pellicola (quello era il primo rullino) o se abbia agitato un po’ troppo energicamente.
Ricomprerei il Monobath? Forse. Vorrei svilupparci qualche altra pellicola per capire come utilizzarlo al meglio. Se dovessi avere buoni risultati, molto probabilmente ne terrei in scorta un paio visto che spesso mi scordo di comprare il fix e a volte mi va proprio di sviluppare. Ripeto: solo se i risultati sono buoni.
Penso sia anche un buon rivelatore (insieme alla Lab-Box) per chi si vuole avvicinare alla camera oscura. All’epoca partecipai al progetto su Kickstarter proprio per questo motivo, poi ho avuto la fortuna di avere qualcuno che mi insegnasse, però poter iniziare alla luce del sole senza diventare matti con le agitazioni, le diluizioni, i mille mila rivelatori, i fix, gli stop e tutto il resto, è sicuramente più rassicurante che trovarsi inondati di informazioni.
Ovviamente l’approccio monobath toglie tutta la flessibilità che offrono le pellicole (specialmente per il b/n): push e pull, tempi di sviluppo, temperature differenti, rivelatori differenti e risultati differenti con la stessa pellicola. Standardizzare è comodo… ma noioso!
Altra cosa che mi ha allarmato dei monobath (non di quello di Ars-Imago nello specifico) è il fatto che i negativi ingiallirebbero dopo qualche mese, il che potrebbe rivelarsi un problema per future scansioni. Terrò monitorati i miei intanto.
Su Flickr, il rullo completo di Fomapan 100 sviluppato con Ars-Imago Monobath.

