Brunate, ex Grand Hotel Milano
Dopo settimane di week-end piovosi finalmente una bella giornata così ho pensato di uscire con la Lubi caricata con un rullino Kodak Ektachrome scaduto nel 1986, destinazione Brunate.
Ci ero già stata un paio d’anni fa ma non avevo badato moltissimo perché l’obbiettivo finale era il Faro Voltiano.
Stavolta però era tardi, ora che sono arrivata erano le 17 dunque mi sono soffermata ad ammirare il lago di Como dalla “terrazza” panoramica.
Questo giro una cosa ha attirato la mia attenzione più del bel paesaggio: un edificio. Edificio in evidente stato di abbandono. Devo assolutamente vederlo.
Scopro che è l’ex Grand Hotel Milano, sorto agli inizi del ‘900 insieme alle altre ville ed alberghi per il turismo d’élite, il tutto in stile liberty.
L’hotel è rimasto attivo fino agli anni 60 per poi rimanere inutilizzato fino agli anni 80, quando fu comprato e trasformato in un centro di meditazione trascendentale. Ma pian piano anche il centro è andato svuotandosi e, fino al 2008, era tenuto a stento da un solo custode (parliamo di un albergo a 7 piani e con 100 stanze!).
Ovviamente manco il tempo di andar via che i soliti subumani arrivano a vandalizzare: scritte sui muri, vetri rotti, mobilio distrutto, porte e materassi lanciati in ogni dove. Ma, giusto per non farci mancare nulla, il 1 settembre 2012 un incendio distrugge gran parte del piano terra e sale per quasi due piani. L’incendio sarebbe stato appiccato da alcuni senzatetto per riscaldarsi ma poi è sfuggito di mano.
A Brunate. Dove si arriva con la funicolare e a malapena in auto. Dei senzatetto. Che avevano freddo. Il primo di settembre. Comme no. Il mio rilevatore di cazzate è definitivamente esploso.
Stando alle ultime notizie l’hotel sarebbe stato acquistato ed in fase di restauro; è completamente recintato e sbarrato ed è esposto uno sbiadito quanto imbarazzante rendering di come sarà il nuovo Grand Hotel: ciao ciao stile liberty, ed ho già detto abbastanza.
Non speravo di entrarci, è ben chiuso e l’unica via ipotetica (ma non ho esplorato per bene) sarebbe una ringhiera laterale dove arrampicarsi e strisciare per 3 metri circa. Sotto c’è un salto di 1,5mt dunque non pericolosissimo ma considerando che la mia agilità è pari a quella di un tombino ho lasciato decisamente perdere.

Di diverso avviso una banda di shitmaker rapper “yo-madafaca-uanmortaim” che, dopo aver studiato i miei movimenti, è entrata e si è diretta nella piazzola d’ingresso, mentre si filmava con lo smartphone ridacchiando. Mi auguro si siano limitati a fare le cagatine yo-yo per YouTube, senza vandalizzare… anche se, a naso, ho ragionevoli dubbi ma spero di sbagliarmi.
L’unico punto in cui sono riuscita a sbirciare all’interno è stata una “vetrina” sotto la piazzola d’ingresso. La saracinesca era abbassata per 3/4 ed i vetri erano rotti dunque ho infilato la testa: armadi bianchi e blu tipici anni ’60, un tavolo, cassetti aperti ed un paio di libri impolverati buttati per aria.
Ho fatto il rullino con la Lubi ma in attesa dello sviluppo (sempre che venga), ho fatto qualcosa alla vigliacca con lo smartphone.
Sicuramente ci ritornerò con più calma ed un attimo più organizzata; magari trovo anche un modo più tranquillo di entrare senza improvvisarmi equilibrista su ringhiere varie.
Su Flickr ho trovato alcune foto dell’interno dell’hotel scattate nel 2013 dall’utente marcobusatto


