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16 January 2016

DD’s adventures: Diurno Venezia

Digitale Article

Per puro caso, durante le mie ricerche su nuovi lunghi abbandonati da visitare, mi sono imbattuta in alcune foto di quello che fu l’Albergo Diurno Metropolitano (successivamente Diurno Venezia), a Milano, sotto Piazza Oberdan. Strano che un posto così non sia blindatissimo anche se abbandonato, in centro città poi, ed infatti lo era. Fortunatamente il FAI ha organizzato diverse giornate per poterlo visitare, in maniera totalmente gratuita e con un’interessante visita guidata di mezzora, in cui lasciano fare tranquillamente foto. L’iniziativa ha avuto enorme successo; le visite iniziavano alle 10 ma alle 8.40 c’erano già all’ingresso circa 20 persone a cui mi sono immediatamente accodata.

Biglietti accaparrati, si entra col primo gruppo!

Biglietti accaparrati, si entra col primo gruppo!

L’albergo è stato inaugurato nel gennaio del 1926, a differenza della data che compare sugli scalini all’ingresso delle Terme (ma non si poteva cavare un pavimento per cambiare l’anno..) ed era aperto dalle 7 alle 23. Copre una superficie di 1200m2 ed è lungo 88 metri; le Terme occupano la maggior parte dell’Albergo ed offivano 6 bagni di lusso e bagni più piccoli ed economici con doccia.

L'ingresso alle Terme con data "1925"

L’ingresso alle Terme con data “1925”

Vi si accedeva da due splendide pensiline in stile liberty di cui una tristemente distrutta durante i lavori della M1, negli anni ’60. Dell’altra è rimasta solo la struttura ma nulla più. L’accesso all’Albergo è stato poi ricavato nell’ingresso della metro.

Pubblicità dell'Albergo sul quotidiano "La Sera", 1926

Pubblicità dell’Albergo sul quotidiano “La Sera”, 1926

La pensilina degli anni '20 in Piazza Venezia

La pensilina degli anni ’20 in Piazza Venezia

Le terme hanno definitivamente chiuso nel 1985 e da quel momento è iniziato il declino di questo piccolo gioiello. Pian piano gli artigiani che vi lavoravano hanno iniziato ad andarsene e a metà degli anni ’90 gli unici presenti erano il barbiere ed il parrucchiere per signora. In quegli anni il Diurno Venezia versava già in condizioni veramente terribili tra condutture guaste nelle Terme e pareti che cadevano letteralmente a pezzi. L’ultimo ad allontanarsi perché costretto dal Comune fu il barbiere, nel 2006. Qui di seguito un bellissimo video realizzato nel 1994 dal alcuni studenti del CFP per la tecnica cinetelevisiva, dura 15 minuti, merita moltissimo!

Zona manicure, gennaio 2016

Area manicure, gennaio 2016

Altre foto dell’Albergo Diurno Metropolitano fatte in occasione di questa giornata FAI sono qui. A questo indirizzo invece, la giornata raccontata da un altro fotografo il cui motto è: “morte alla post-produzione” 🙂

Infine, riporto di seguito quanto pubblicato il 19 gennaio 1926 sul quotidiano “Il Secolo” riguardo all’inaugurazione dell’Albergo:

Ieri sera alle nove, alla presenza di un folto pubblico, tra l’esibizione linda e lucente di un piccolo regno tutto nuovo e sfolgorante di modernità, tra il compiacimento di tutti coloro che all’opera hanno dato lumi d’intelligenza e prontezza dell’iniziativa, si è inaugurato solennemente l’Albergo Diurno Metropolitano, sorto in Piazzale Venezia, ora Piazzale Oberdan, e gestito dalla Società Anonima Imprese Metropolitane.

Questo Albergo Diurno, costruito in virtù dei più moderni criteri, è nato nel punto più animato, dopo la Piazza del Duomo, della nostra cittò, in quel Piazzale di Porta Venezia che rappresenta come un secondo centro di Milano, perché ad esso affluisce, fervida e operosa, la vita animatissima di un quartiere assai popolato e frequentato, il ritmo incessante di un intenso movimento commerciale insieme a quella corrente fluttuante e mutabile che si snoda attorno alla vicina Stazione e dagli importanti centri limitrofi che fanno capo qui per fluire e rifluire verso le arterie che conducono al centro massimo. Sorgendo in questo punto movimentato della nostra movimentata città, l’Albergo Diurno Metropolitano ha risposto a una esigenza che da molto tempo si faceva strada tra il crescente sviluppo di questo immenso ed affaccendato quartiere. L’esigenza fu a suo tempo sentita e compresa per primo dell’Ing. Tito Montanari, al quale l’accesa vita di Porta Venezia ispirò la idea di un grande, moderno, perfetto Albergo Diurno.

L’idea dell’Ing. Tito Montanari, raccolta dalla poderosa S. A. Imprese Metropolitane, cadde in un terreno fertile, propizio alle imprese e alle iniziative che aprono nuovi orizzonti all’industria e al lavoro, e senz’altro fu studiata attentamente la possibilità di creare nel sottosuolo del Piazzale Oberdan, un confortevole e completo ambiente del genere. L’Ing. Troiani, Consigliere Delegato della S. A. Imprese Metropolitane, con quelle geniali risorse e quella rara perizia che degnamente adornano la sua attività, ideò abilmente la costruzione e ne diresse personalmente i lavori, che iniziatisi nell’ottobre del 1922 ebbero felice conclusione in questi giorni, entro i termini fissati dalla convenzione municipale.

L’edificio sotterraneo presenta nelle levigate pareti un aspetto sereno e lindo, confortabile alla vista e grato alla nostra sensibilità estetica e l’insieme ci obbliga ad ammirare un’armoniosità decorativa e semplice che rivela di buon gusto tutto l’arredamento. Nessuna angustia di costrizione, nessun senso di soffocazione ci opprime dentro questo regno luccicante costruito sotterra. Arieggia piuttosto per il salone e per i corridoi un ampio respiro di candido ordine, di ospitale comodità che attrae e conforta. Tutte le necessità di un pubblico che non ama perder tempo trovano qui la loro perfetta rispondenza, tutti i bisogni più vicini alla nostra vita hanno qui l’immediato e più confortante soddisfacimento.

Entrando (vogliamo andare con ordine giusto il giro che abbiamo voluto fare dopo l’inaugurazione), dopo naturalmente uno sguardo alla pensilina e ai lavori esterni eseguiti dalla Ditta Luigi Regalia, e dopo aver disceso i gradini che conducono alla soglia, troviamo gli sportelli dell’Agenzia Turismo Provenza, traslocata dalla via Tadino all’Albergo Diurno; notammo quindi la sala di scrittura bene allestita e comoda per qualunque sosta con annesso il suo reparto di steno-dattilografia e relative addette. Vediamo oltre la Cassa, un Casellario postale, un Ufficio cambio, un Deposito bagagli e valori, le cabine del telefono e la Buvette.

Si entra frattanto nel salone centrale che ci offre subito uno spettacolo di grandiosità stilizzata dalla simmetria e dalla eleganza dell’allestimento e dall’ornata fioritura delle decorazioni quella del soffitto eseguita dal Prof. Scocchera. Ecco allineati i servizi da toeletta, riccamente forniti di utensili finissimi composti di una cornice di così squisita raffinatezza da lusingare l’opera dei lavoratori della testa quando s’insedieranno nel loro regno. Raffinato e grazioso è il reparto per il servizio manicure arredato con gusto intonato. Annesso è il locale per il servizio pedicure.

Di fronte, nello stesso salone, le smaglianti vetrine di un’accurata esposizione, sfoggiano un’elegante mostra di oggetti varii posti in vendita, fra cui figurano anche capi di abbigliamento, lingerie e articoli di moda. Nel salone non manca naturalmente per la modernità di un impianto di radiotelefonia costruito dalla S.I.T.I. con conforterà con le sue chiare audizioni la paziente attesa del pubblico. Il salone si chiude quindi per dare adito ai corridoi che conducono ai bagni. Sulla soglia un’artistica fontana ci saluta con il suo trillante zampillo. I bagni rappresentano quanto di più perfetto e di più igienico è stato costruito in questo campo. A questi e a tutti i rivestimenti in ceramica, ha provveduto la Ceramica Ferrari, mentre alla fontana e a tutti gli eleganti rivestimenti di “civer” del salone e delle pareti ha pensato il signor Gaetano Monti. Apprendiamo che i bagni si dividono in semplici e di lusso, e vediamo che abbondano i servizi per la doccia e i gabinetti di toeletta. Non sono stati trascurati i servizi di lavanderia e di stireria e nemmeno tutto quello che può essere necessario a un ambiente che deve offrire al pubblico la comodità assoluta di ogni piccolo e grande servizio. Gli ottimi impianti di riscaldamento e di ventilazione sono stati allestiti dalla Ditta Ing. Gini Aldo di Bologna, mentre notiamo che i difficili lavori di fognatura sono stati eseguiti dalla Società del Gres. Per le pompe di sollevamento ha provveduto la Casa Serafini e Zanoni e la Società del Linoleum p quella che ha fornito il pavimento del linoleum del grande salone. Invece i pavimenti alla veneziana che abbiamo ammirato sono della Ditta Toffolo e Miotti e i bei marmi che donano suprema eleganza sono della Ditta Marantini Francesco. “La Centrale” ha pensato ai vetri decorati e ai cristalli e la Ditta Fontana alle nitide diciture in cristallo che fanno da indicazioni. I mobili che donano all’arredamento un senso di schietta signorilità sono della Ditta Carlo Colombo e le decorazioni che adornano con arte il salone e le pareti sono dovuti alla Casa Bonicalzi Filippo. I serramenti accurati e precisi sono della Ditta Figli di Alberto Angiolini. Insomma tutto questo forma un insieme di praticità e di buon gusto, di comodità e di eleganza che abbiamo assai ammirato come una istituzione che è frutto di un progetto luminoso che dona sempre maggior lustro a questa nostra metropoli feconda di operosità e di vittoriosa tenacia.

Notiamo tra i presenti il Dott. Pampana in rappresentanza del Prefetto, l’Ing. Comm. Minorini per il Comune, un rappresentante del Gruppo “Oberdan”, il signor Rizzoli per il Direttorio del Fascio, il Cav. Carrozzi, Ispettore delle Ferrovie e molti altri di cui ci sfugge il nome. Fu offerto un sontuoso rinfresco. Chiusero la cerimonia brevi parole dette dal Parroco della chiesa di S. Francesca Romana. Rispose ringraziando l’Ing. Troiano a nome della Società che fu complimentatissimo da tutti gli intervenuti.

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