MegaD’s Adventures: San Giorgio di Montecavalloro
In ritardo di intere ere geologiche, finalmente (sono pigra, lo so) riesco a scrivere due righe su una piccola chiesetta che ho visitato quest’estate (e che mi è costata anche un pezzo di Ford Fiesta): San Giorgio di Montecavalloro.

Foto di Luigi Fantini, anni ’90
Non ero certa di riuscire a raggiungerla ma, visto che non era distante da dove alloggiavo, ho deciso di fare un salto, alla peggio mi sarei fatta una scampagnata. Raggiungerla non è stato semplice; il navigatore mi indicava una comodissima strada ahimè diventata scomodissima a causa di una frana, divieto di transito. Dopo una buona mezzora di tentativi a piedi con 4kg di attrezzatura sul groppone e ricerche su Maps cercando di trovare una strada alternativa, trovo una via che fa il giro della collina. Dopo aver scoperto che la Fiesta NON è propriamente un Defender, parcheggiamo davanti alla chiesa… che è completamente invasa dai rovi. Queste foto non s’hanno da fare, pare. Sbagliato. Ci addentriamo nei rovi e troviamo un piccolo sentiero abbastanza pulito, quanto basta per far passare una persona a piedi, e raggiungiamo l’ingresso. La mia prima chiesa abbandonata!

Purtroppo non ho trovato molte informazioni recenti sulla chiesa: VergatoNews ne ha parlato in un articolo citando un passaggio di un volume del 1847 relativo alle chiese parrocchiali della zona. Il 1847 non è esattamente l’altro ieri e, fino agli anni ’90 stando alle foto, la parrocchia era ancora in attività, o per lo meno vi veniva fatta manutenzione.
La parrocchia originaria sembra risalga addirittura agli inizi del 1300 e, tra gli ultimi restauri fatti, ci sono quelli del parroco Giovanni Ugolini (sempre nella prima meta’ dell’ 800):
[…] non esistevano cappelle , né altari; e l’ intero corpo della fabbrica per meschinità d’ ornamenti, e per difetto di luce , e di ampiezza non rispondeva all’ augusto rito pel quale erasi edificata. Pur si mantenne in sì vergognosa abbjezione per ben quattro secoli; e forse ancor vi sarebbe se la Provvidenza divina non avesse dato a questa cura nell’anno 1819 l’attuale meritissimo paroco D. Gìoan-ni Ugolini, ottimo prete, quanto espertissimo agronomo, e valente meccànico. Veduto egli lo squallore del tempio, e posto in animo il pensiero di rifabbricarlo, ne scandagliò la spesa e la confrontò coi sussidi che da’ popolani potea raccogliere. Poi fece calcolo dei sagrifizj e del dispendio, che a lui toccherebbe di assumersi, e senz’altro si accinse all’opra, correndo il mese di Ottobre dell’ anno 1824. La parola e l’esempio di sì zelante pastore eccitò gli animi dei popolani in guisa , che superando ogni credibile aspettativa, condussero a termine il lavoro in soli tre anni di tempo. Tutto in cosi breve spazio fu rinnovato, dalla maggior cappella in fuori, perché già ricostruita nell’ anno 1645 , allorché reggeva la chiesa il benemerito d. Domenico Bolognini. Una semplice , ma decorosa facciata rallegra l’ esteriore aspetto di questo sacro edificio. L’ interno a volta reale con eleganti cornici, capitelli, ed ornati d’ordine jonico, ripartito in quattro eguali cappelle con ampj intercollonj, nei quali è collocato l’organo da un lato , e il pulpito dall’ altro , fanno un insieme di bellissimo effetto […]

L’ingresso visto dall’interno, con la targa per Ugolini
La chiesa è piccolina ma ci sono stata almeno un paio d’ore, fino a quando il sole lo ha permesso. Qualsiasi cosa è stata portata via dal momento in cui è stata sconsacrata… anche se ritengo oltremodo sospetto che abbiano “strappato” il marmo dal pavimento; magari quella non è proprio opera del parroco indispettito perché ha dovuto traslocare. Dove non c’era del prezioso marmo, sono rimasti tutti gli affreschi ed i dipinti “originari” e la struttura, a colpo d’occhio inesperto, sembra abbastanza solida, nonostante la muffa galoppi. Le macerie che si trovano sono solo i resti di quello che hanno portato via.

La volta sopra l’altare
Notevoli, sempre giudizio da ignorante insensibile all’arte di qualunque genere, i trompe-l’oeil utilizzati dietro l’altare e su alcune pareti, per ricreare statue, porte e finestre; in alcuni momenti mi sono avvicinata per toccare il muro, per conferma.

Vista dall’ingresso
Come prima chiesa abbandonata visitata mi ritengo più che soddisfatta, sono strutture che nonostante l’abbandono ed il decadimento restano comunque “maestose” e sono divertenti da fotografare.
Tutte le foto qui: http://www.flickr.com/photos/helenusch/albums/72157672312231173