MegaD’s Adventures: Croce di Salven
La settimana scorsa, dopo due anni che giaceva nella lista di cose da vedere, mi sono finalmente decisa ad andare fino a Borno (complice il fatto che avrei potuto pernottare dalla nonna lì in vacanza) dove, in località Croce di Salven, ci sono degli ex sanatori.

Sanatorio femminile in costruzione (1931)
Situata a quota 1.100 metri, l’area si estende per 30.000 metri quadrati. Il parco include due sanatori principali costruiti tra il 1931 ed il 1934: il Preventorio Infantile “Gaetano Bonoris” e l’Istituto Climatico Cremonese. Nell’inverno tra il 1942 ed il 1943, il Preventorio Infantile è quasi completamente andato distrutto in un incendio. Nel parco sono presenti anche altri edifici di servizio ed un cinema. Con l’arrivo della penicillina e di cure più efficaci contro la tisi e le malattie respiratorie, gli Istituti sono stati successivamente chiusi negli anni ’60 per poi essere completamente ignorati dagli anni ’70 in avanti.
L’intera proprietà appartiene alla Provincia di Cremona che ha più volte cercato di liberarsene con diverse aste, due nel 2009 (base d’asta 7.150.000 euro) ed ancora nel 2016 con una base d’asta di 2.294.000 euro. Inutile dire che tutte sono andate deserte. Inoltre, di mezzo sembrerebbero esserci anche dei vincoli di utilizzo dell’area posti dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici per preservare le palazzine in stile liberty. Mi domando da quanto non vadano a vedere queste “palazzine” visto che oramai sono ridotte ad un mucchio di sassi recintati.
I sanatori sono immersi in un bosco che negli ultimi 40 anni è cresciuto a dismisura rendendo la struttura praticamente invisibile dalla strada. Per raggiungere gli edifici esiste un comodissimo sentiero, nascosto da fronde basse, ma assolutamente accessibile dalla strada. Già, comodissimo a notarlo prima perché mi sono ritrovata ad entrare da una rete sul fianco della proprietà ed a vagare nel bosco per un’ora orientandomi col GPS sullo smartphone. Durante il vagare nel parco ho incontrato altre strutture, molto probabilmente uffici, bar ed il cinema, ben recitati ma più che altro completamente distrutti, solo macerie. Non mi sono soffermata.
Finalmente il bosco si è diradato e sono arrivata ad una specie di canalone profondo 3 metri e pieno di rovi e che faceva da divisorio tra me e le strutture. Ho cercato un guado o un ponte o qualcosa di simile e mi sono ritrovata catapultata sulla vecchia strada carraia pulitissima ed immersa nel verde che accompagnava alla struttura principale: il sanatorio femminile.
Appena arrivata sotto una delle finestre sento il suono inconfondibile dello specchio di una reflex, ottimo, altri fotografi. Riconosci i cazzari fan di Mistero dai fotografi perché gli ultimi scattano e parlano con un filo di voce, se proprio devono farlo.
A differenza delle foto viste negli anni precedenti (ma anche degli ultimi mesi), la struttura è stata completamente svuotata. Vandali a parte, dico svuotata perché quando i vandali spaccano, qualcosa resta in giro. Quando svuoti no. Ed ho notato i caloriferi in ghisa sganciati dal muro ed appoggiati ordinatamente per terra. Inoltre in alcuni punti il pavimento in marmo è stato rimosso con precisione.
Detto ciò, la struttura principale si regge in piedi discretamente, il tetto sta cedendo parecchio (quando sono salita nel sottotetto avevo la copertura sotto i baffi, letteralmente) ed il tutto è tenuto in piedi da dei tronchi utilizzati a mo’ di ponteggio.
In giro per la struttura si possono trovare vecchi giornali e riviste di fine anni ’80, ma niente precedente a quel periodo e niente di successivo. Qua e là, al piano terra ci sono dei frigo e dei fornelli, ma nulla più. Graffiti per tutta la struttura, alcuni senz’altro molto belli.

Ex sala giochi (2017)

Sala giochi (1955)
L’atrio con l’ingresso principale è stato trasformato in un immondezzaio: mobili, materassi ed altro sono stati lanciati nella tromba delle scale dai 3 piani superiori.

Atrio (2017)

Atrio (1934)
Una delle stanze sicuramente più famose è quella delle radiografie toraciche, dove è ancora presente il macchinario utilizzato quando la struttura era in attività, che tutto sommato è in condizioni relativamente discrete. Per un colpo di fortuna, ho scattato una foto in quella stanza con un angolazione molto simile ad una foto d’epoca che ho poi trovato durante le mie ricerche prima di scrivere questo post.

Sala radiografie (2017)

Sala radiografie (1955)
In quella sala ho anche ritrovato la confezione (vuota) delle pellicole per i raggi X prodotte da Ferrania.
Una cosa che sembra non aver interessato molte persone, è la presenza della camera oscura (con tanto di macchinario) in cui venivano sviluppate le pellicole. Ci sono anche due flaconi di sviluppo e fix marchiati 3M, dunque, considerando che nel 1964 nasceva la Ferrania-3M e che le strutture hanno chiuso verso i primi anni ’70, quei flaconi potrebbero avere più di 40 anni!
Ho provato anche a dare un occhio alla struttura dedicata ai bambini ma vedevo il tetto completamente andato già dal cortile, si sgretola a vista d’occhio; anche qui, ho preferito saltarlo a piè pari. Spero di non essermi persa cose epiche. Dubito.
Per altre foto degli anni 1931-1955, il sito di Lombardia Beni Culturali offre un archivio molto interessante di circa 150 foto.
Il mio striminzito album è su Flickr.