Ricette fotografiche: POTA

Va da sé che dopo aver iniziato a sviluppare in casa, la curiosità di provare nuove combo bagni di sviluppo/pellicole è cresciuta a dismisura ed è così che sono incappata nel POTA.
Questo bagno di sviluppo cade nella categoria degli sviluppi a basso contrasto (low contrast developer), solitamente utilizzati per foto documentative (document films). Come al solito, leggendo solo documentazione in inglese, non sono proprio certa di alcune traduzioni, nel dubbio le scrivo entrambe!
Storia
I low contrast developers sono in circolazione dagli anni ’60 circa ma sarà nel 1967 che Marilyn Levy pubblicherà la formula del POTA (acronimo di Photo-Optics Technical Area, nella base militare di Ft. Monmouth dove Levy lavorava). Questo sviluppo era stato pensato per fotografare le esplosioni nucleari in cui la luce poteva variare anche di 20 stop! Le pellicole utilizzate erano lente, di solito 25 ASA o anche meno, dunque molto ben definite e con grana ultra fine.
Preparazione
Trovare i chimici puri è stata una passeggiata, a quanto pare farsi brodaglia in casa va molto; le formule degli sviluppi commerciali potrebbero variare a discrezione del produttore senza che nessuno ne sia informato. Comunque, su eBay ho trovato un mini kit (poco meno di 5 euro) già dosato per fare 1lt di POTA. Chimici puri in quantità più abbondanti si posso acquistare su Fotomatica o Bellini Foto.
La ricetta per 1lt di sviluppo prevede:
- Fenidone – 1.5 g
- Sodio solfito anidro – 30 g
- 1lt di acqua (ho usato la distillata, come sempre)
Poi si procede così:
- Riscaldare 500ml di acqua a 35°C – nel microonde 500W per 1 minuto e 30
- Aggiungere il sodio solfito e farlo sciogliere completamente – si scioglie facilmente in pochissimo, sembra zucchero
- Aggiungere il fenidone e scioglierlo – questo è tosto, mi ci sono voluti oltre 10 minuti per farlo scogliere e qualche grumino sul fondo è rimasto
- Aggiungere l’acqua restante e mischiare bene – una volta aggiunta, arriverà alla working temperature di circa 20°C
Il POTA va utilizzato immediatamente dopo la preparazione perché nel giro di 1 ora si esaurisce completamente a causa dell’ossidazione del fenidone (anche il liquido avrà un colorito leggermente arancione). Sempre a causa dell’ossidazione, il POTA potrebbe creare delle “strisce” sulla pellicola se non agitato bene (all’epoca il suo utilizzo era previsto abbinato alle pellicole piane sviluppate con agitazione continua).
Per il mio esperimento col POTA ho utilizzato una pellicola 120 di Rollei Ortho 25.
Questo è un fotogramma caricato nella parte più interna della spirale. Ecco, questo è quello che succede quando non si sbatte bene il tank sul tavolo dopo le agitazioni: sono rimaste delle bollicine e l’ossidazione del POTA si vede eccome! In ogni caso, mi piace anche se è rovinato.
Almeno sul resto della pellicola sono stata fortunata… sulla parte che non ho bruciato per lo meno. Ero senza esposimetro e sono andata a sentimento sottovalutando i 25 ASA della Ortho…
Sono abbastanza soddisfatta dell’accoppiata, sicuramente ci ritornerò su facendo altre prove ed agitando meglio (anche i bordi risultano un po’ “strisciati”).
Le mie avventure con questa pellicola non sono finite comunque. Prossimo post: Ortho 25 sviluppata in Rollei RLS (Low Speed Developer)!
