MegaD’s Adventures: ex Bugatti
Varese, 25 giugno 2017, ore 7, diluvio universale, vento cosi forte da scuotere l’auto, tutto pronto per partire alla volta di Campogalliano… or die trying per lo meno!
Stavolta è toccato all’ex Bugatti ed è stata un’urbexata diversa da solito perché non c’era nulla da fare di nascosto, anzi! È bastato mettersi d’accordo con il sig. Ezio Pavesi, custode dello stabilimento nonché ex dipendente Bugatti, che ormai da oltre 20 anni vigila sulla proprietà, GRATIS, e che è ben contento di accompagnare curiosi e fotografi (e fotografi curiosi) all’interno della struttura raccontandone storia ed aneddoti.
Storia
La Bugatti SAS è stata fondata nel 1909 a Molsheim da Ettore Bugatti, emigrato in Francia. Il marchio si è immediatamente distinto per la bellezza delle sue automobili, leggere e con una linea sportiva. Nel 1926 l’azienda vinse anche il Campionato del Mondo dei Gran Prix.
Purtroppo negli anni la casa automobilistica ha perso il suo iniziale splendore: oltre ai costi eccessivamente elevati rispetto alla concorrenza, anche nel campo delle corse era tra le sfavorite a causa di una meccanica obsoleta.
La Bugatti non sopravvive al secondo conflitto mondiale durante il quale la produzione viene sospesa, e negli anni ’50 chiude definitivamente.
Il sogno italiano (seppur breve) della Bugatti arriverà solo nel 1987 quando l’imprenditore Romano Artioli acquisì i diritti del marchio fondando la Bugatti Automobili SpA.
Nel 1991 viene presentata la EB 110: EB dalle iniziali di Ettore Bugatti, 110 per gli anni dalla sua nascita.
Prodotta in due versioni, GT (Gran Turismo) ed SS (Super Sport), la EB 110 aveva un costo non indifferente: il telaio era realizzato in fibra di carbonio e la versione full optional costava all’epoca oltre 1 miliardo di lire.
Furono vendute 92 GT e 31 SS. Nel 1994 Michael Schumacher acquista una EB 110 SS gialla con interni in allestimento GT in pelle blu.
Nel 1995 la Bugatti dichiara fallimento per circa 200 miliardi di lire.
Nel 1998 il gruppo Volkswagen acquista i diritti legati al marchio, il resto è storia.
Oggi
Inutile dire che, avendo un custode molto attento, lo stabilimento è in eccellenti condizioni: le officine ricoperte di lamiere Blu Bugatti dove si intravede ancora il vecchio logo, gli uffici disposti su tre piani in un avveniristico edificio di specchi e cavi d’acciaio che ricordano la struttura di una ruota, la sala mensa ancora tirata a lucido ed il tutto immerso nel verde.
L’album completo si trova qui.



