Very nope: Konica Big Mini BM-302
lNei mesi scorsi ho rovistato sul web alla ricerca di una compatta economica completamente automatica, AF incluso, e sono incappata nella serie Konica Big Mini (la mia è una BM-302) di cui altri fotografi parevano particolarmente entusiasti. Certo, le foto non erano eccelse, meno carine di quelle che fa la Mju di certo, ma poteva essere quello che mi interessava da tenere in borsa ed usare al volo, senza troppi patemi.
Quale errore. Credo che sia la macchina peggiore che abbia provato finora. Fortunatamente all’epoca la pagai “poco” circa 45 euro, dall’Ungheria, come nuova; ora si trova a prezzi improponibili (oltre i 150), causa esplosione della moda analogica.
Cooomunque… Le caratteristiche della macchina in sé non sono malvagie:
- lenti Konica 35mm f/3.5
- auto focus ed auto close-up
- flash auto-variabile e riduzione occhi rossi
- esposizione automatica (ponderata centrale) – possibilità di +/-1.5EV
- DX encoding da 25 a 3200 ISO

Appena l’ho avuta in mano la prima delusione: da la sensazione di solidità che può avere un panetto di burro, ed anche la forma è la stessa. Esteticamente è gradevole, ma per niente ergonomica. Quando dicono che una macchina fotografica dev’essere un estensione del corpo è vero: devi sentirti a tuo agio, non devi sentirla. Io non sento la F5, ma questa Big Mini mi ha generato solo disagio, non so nemmeno da dove iniziare.
Prima di tutto: Big Mini. Più Big che Mini. Mi sono lasciata trarre in inganno dalle recensioni che la vedevano in mano ad uomini. Ahimè le mie mani grasse sono comunque più piccole di quelle di un uomo ed in mano a me non risulta proprio Mini.
La plastica è quel che è (e preferisco 100 volte quella della LC-A che tutti schifano tanto), se cade probabilmente è finita, ed i pulsanti sono in quella gommina odiosa morbidosa che si lascia andare e che non danno alcun feedback tattile. Per esempio, la messa a fuoco si fa premendo a metà corsa il pulsante, solo che quella gommina non consente di capire bene quando si è arrivati e si rischia di far partire lo scatto quando non si è messo a fuoco quello che si voleva.
Come per la Mju, ogni volta che la si accende, il flash è attivo di default e bisogna disattivarlo ed i pulsanti sono microscopici, sempre fatti di quella gommina odiosa, scomodini. Il display LCD resta sempre acceso per mostrare il numero di fotogrammi utilizzati.
Altra cosa che ho trovato molto fastidiosa è che non ha una sorta di copri-lenti dunque, è vero che la mia ha la sua bella custodia carina dunque in borsa non ci sono problemi, ma tenerla in tasca pronta per utilizzarla mentre si è a spasso è complicato perché puntualmente c’è qualche ditata sopra e tocca pulire. Vada per una o due volte ma poi il grasso della (mia) pelle unge parecchio e va ripulita come si deve. Ma magari sono troppo precisina (!) io.
La messa a fuoco è un’altra cosa che mi ha lasciato perplessa. Premetto che la macchina funziona perfettamente come dovrebbe, ma anche in questo caso, sono abituata ad un feedback più “sonoro” sulla messa a fuoco e, nonostante abbia il led nel mirino che avverte, molte volte mi sono ritrovata a fuoco nei punti sbagliati, probabilmente non tenendo bene premuto il pulsante di scatto per l’AF-lock.
Ho testato la Big Mini con una T-Max 100 ed una Kosmo Foto 100 e confermo quanto letto in rete: le lenti, anche se non luminosissime, producono immagini ben dettagliate, si difende.

Kosmo Foto 100

T-Max 100
Dopo aver visto i risultati devo dire che, tecnicamente sì, era quello che cercavo, rende bene, ma in termini di utilizzo, vade retro Konica. E credo che quest’ultimo dettaglio sia quello più importante (per me).
Utilizzarla è stato spiacevole e per nulla divertente, ed onestamente non ho intenzione di rifarlo.
Peccato… Avanti con la prossima compattina!