Infrarosso: i filtri
Un anno e mezzo fa mi sono avvicinata all’infrarosso per curiosità e mi è piaciuto così tanto che ho deciso di investire in un corpo macchina dedicato a quello (anche perché non avrei mai fatto modificare la mia ammiraglia).
Con una macchina full spectrum le possibilità di scelta del filtro sono molte di più che non con un corpo standard dove, quando va bene, si riesce ad utilizzare il 720nm.
Nel corso degli ultimi mesi ho acquistato svariati filtri da Kolari Vision, quasi tutto il campionario a dir la verità, ad esclusione del 665nm (una via di mezzo tra il 590 ed il 720) e dell’UV Bandpass (per la fotografia UV, molto caro).

Il 550nm è quello che lascia passare più luce (visibile) in assoluto ed è l’unico che, con una buona post-produzione, riesce ad emulare l’Aerochrome. Inoltre, nel caso, si presta bene anche per i ritratti perché riesce a mantenere tonalità di pelle umane e non marca troppo le vene. Ahimè è l’unico filtro che non ho ancora testato perché mi sono fatta prendere la mano con l’IR Chrome…
Il 590nm l’ho usato praticamente sempre dal giorno in cui l’ho ricevuto. La Kolari lo chiama Ultra Color ed in effetti, in post, è possibile davvero virare i colori in diversi modi ma sempre mantenendoli molto carichi.

Il 720nm è il “classico” della fotografia IR ed è l’unico (da quanto ho capito) che si può provare ad usare anche su una macchina non-full spectrum con tutte le limitazioni del caso ovvero treppiede obbligatorio. Buono anche per conversioni in bianco e nero, contrasta abbastanza. Per il colore, invece, produce degli azzurri/blu brillanti e la vegetazione risulta bianca.

L’850nm è il filtro più selettivo che ho, praticamente produce un immagine in bianco e nero, bianchi brillanti e neri profondi, molto contrastato. Non l’ho provato ancora molto estensivamente, devo ragionare un attimo su dove provarlo ma abbinandolo ad un po’ di natura ed architettura, si vede il potenziale. Cosa fantastica di questo filtro? Le vene. Se ti fai una foto si vedono le vene, vene ovunque, è assolutamente fantastico, l’unico con il quale mi farei una foto… dopo l’UV.

L’IR Chrome è invece un’esclusiva Kolari, creato appositamente imitare l’Aerochrome direttamente in-camera, senza bisogno (quasi) di post-produzione. Anche questo credo di essermelo trascinato dappertutto e, come l’850nm, richiede un po’ di studio per farlo funzionare.

Per quanto riguarda il bilanciamento del bianco, cosa fondamentale nella fotografia IR, non tutti i filtri hanno gli stessi requisiti:
- 720 ed 850 richiedono di calibrare il bilanciamento usando l’erba o il fogliame come target;
- il 550, 590 e l’IR Chrome vanno bilanciati con la 18% grey card – io uso l’X-rite Color Checker Passport (un tantino overkill ma questa è storia per un altro post).